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Destination marketing e UGC: a che punto siamo?

Tra destination marketing e User Generated Content è scattata immediatamente la scintilla: in un mondo digitale (e non solo) in cui i contenuti generati dagli utenti sono al centro delle attività e nuovo modo di comunicare, il mondo del turismo ha preso la palla al balzo per espandere ancora di più il suo raggio d’azione.

Tantissima la letteratura sul destination marketing e ancora più numerosa quella sugli UGC: oggi vi riporto alcuni spunti tratti da un articolo di Barberstock* datato 21 ottobre 2014, ormai due anni fa. Le aziende e il mondo del turismo che ci circonda hanno saputo fare tesoro di queste cinque parole chiave per implementare servizi e comunicazione delle destinazioni?

Engagement: da Barberstock proveniva un incoraggiamento a non abbandonare foto, commenti e testi degli utenti riguardo ai loro viaggi seguendo il mantra “continuare la conversazione”.

Fiducia: “People trust people, not brands”. In un mondo in cui niente sembra più reale, soprattutto quello che le aziende presentano, sfruttare l’autenticità delle esperienze delle persone sembrava l’unica strada da percorrere.

Costi: UGC permette di risparmiare? Tasto delicato, ma serve comunque una strategia, e gli strateghi vanno pagati!

Storytelling: lo storytelling crea connessioni, i contenuti generati dagli utenti suscitano emozioni.


*Barberstock è un’agenzia canadese che lavora a stretto contatto con l’industria turistica

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Greta Cavallari

Sono Greta e mi occupo di Strategie di Comunicazione e Web Marketing per aziende, negozi, attività, enti, associazioni e liberi professionisti.

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